Vuoi perdere peso? Evita questi 6 luoghi comuni

perdere peso evita questi 6 luoghi comuni

Come capire cosa sbagli nel rapporto col cibo

Se siamo in sovrappeso, ci sono buone probabilità che stiamo sbagliando qualcosa nella nostra alimentazione. Come fare a capirlo? Ecco 6 luoghi comuni che rivelano un’impostazione sbagliata del nostro rapporto col cibo.

  1. “Non mangio niente, ma ingrasso”
  2. “Ho il metabolismo basso”
  3. “Non mi fermo mai, ma ingrasso”
  4. “Comincio la dieta lunedì!”
  5. “Adesso vado da un dietologo davvero bravo!”
  6. “Non mangio più!”

A prima vista magari ci viene un po’ da sorridere… Chi di noi, infatti, parlando della propria alimentazione non ha mai anche solo pensato almeno una volta una di queste frasi? Eppure è proprio da qui che dobbiamo partire, da ciò che sbagliamo nel nostro approccio all’alimentazione. Altrimenti prima o poi la forte motivazione che pensavamo di avere vacillerà e svanirà, e tutti i nostri buoni propositi finiranno in un solo modo, questo:

Scherzi a parte, iniziamo subito con l’esaminare il primo dei luoghi comuni che ci impediscono di perdere peso.

“Non mangio niente, ma ingrasso”

Ovviamente è falso. Chi ingrassa e dice di mangiare poco o nulla è un po’ come chi rimane incinta e dice di non aver fatto niente. Chiaramente non può essere così che sono andate le cose! È pur vero che non sempre chi ingrassa o chi non riesce a dimagrire mangia molto, ma in tutti i casi quello che mangia è sicuramente troppo. Il nostro organismo è come un ragioniere spietato che calcola tutto: calcola le calorie che immettiamo, calcola le calorie che consumiamo e soprattutto calcola quello che noi facciamo con queste calorie.

Ci sono persone che mangiano 4.500 calorie al giorno, eppure rischiano di perdere peso. È il caso degli sportivi d’elite, che hanno il problema opposto rispetto a noi comuni mortali, cioè di mantenere la massa magra, la massa muscolare, a dispetto di una attività fisica intensissima. Poi ci sono persone che possono ingrassare anche con 1.600 kcal al giorno, semplicemente perché il loro metabolismo basale sommato al loro dispendio energetico non arriva a 1.600 kcal. Appare quindi evidente che, per determinare quantità e qualità degli alimenti che dobbiamo ingerire occorre uno studio assolutamente circostanziale e personalizzato.

“Ho il metabolismo basso”

Questa affermazione si collega direttamente a quanto detto nel punto precedente. È vero che, facendo un paragone motoristico, vi sono delle persone che hanno una cilindrata da 4.500 centimetri cubici e altre una bassissima da 500 cc; conseguentemente, è ovvio che i primi consumeranno energie con molta più facilità rispetto ai secondi. Perché alcuni di noi hanno un metabolismo basso? Sicuramente la genetica ha il suo ruolo in questo, ma fondamentalmente siamo noi che abbiamo fatto abbassare il nostro metabolismo.

Ciò che consuma calorie nel corpo umano è la massa muscolare: è il motore che consuma la benzina, nel caso del corpo umano costituita dai grassi. Ma anni di sedentarietà portano a un impoverimento della massa muscolare a vantaggio della massa grassa, il che fa sì che il nostro motore consumi pochissimo. Ne consegue che avere il metabolismo basso non può essere una giustificazione. Certo, ci fa mettere su peso, ma possiamo sempre intervenire per invertire la situazione. Come? Con l’unica sistema in grado di alzare il metabolismo: l’attività fisica regolare.

“Non mi fermo mai, ma ingrasso”

Quando si fa notare a una persona che non fa abbastanza attività fisica, la classica risposta è: “ma io non mi fermo mai”, seguita da frasi come “faccio le scale”, “lavoro dalla mattina alla sera”, e così via. Purtroppo se non si perde peso vuol dire che quello che facciamo quotidianamente non è sufficiente a mantenere il peso forma, non fa differenza se lavoriamo in miniera o in ufficio. Se il nostro regime di attività fisica è troppo basso lo dobbiamo incrementare. Chiaramente, se lavorano in miniera non possiamo incrementare ancora la nostra attività fisica: in questo caso l’unica soluzione percorribile è abbassare le entrate caloriche.

“Comincio la dieta lunedì!”

Quante volte, di fronte all’ennesima capitolazione nel nostro regime dietetico, ci siamo detti qualcosa tipo: “ok, indugio nei piaceri della tavola ancora per qualche giorno e poi lunedì mi metto a dieta”? Se non era “lunedì”, forse era “inizio anno nuovo”, oppure “dopo le ferie”, e così via.

Ora, lungi da me il voler consigliare di seguire un regime dietetico durante le vacanze di natale, o durante le ferie, o durante i weekend. Ci sono dei momenti in cui prevale l’aspetto sociale, culturale, divertente del cibo, che vanno goduti appieno. Allo stesso modo non va bene che la nostra dieta sia rimandata di giorno in giorno, di settimana in settimana, di mese in mese. In questo caso la parola d’ordine è: pianificazione.

“Adesso vado da un dietologo davvero bravo!”

Come medico a volte mi trovo di fronte persone che, non esagero, saranno state a consulto con 50 dietologi diversi. Cerco di mettermi nei panni di queste persone e tra me ragiono: un dietologo, o un nutrizionista, o un medico o chiunque si occupi di nutrizione in maniera professionale avrà senz’altro seguito dei corsi specialistici, dei corsi accademici, e in una certa misura saprà il fatto suo.

C’è chi prescrive la dieta dissociata, chi la dieta mediterranea tout court, chi stravede per la dieta della zona, e così via. Soluzioni molto diverse tra loro, a volte del tutto opposte. Ma tutte queste diete, per quanto fantasiose, se applicate ad una specifica persona con criterio e cognizione scientifica suggeriranno praticamente la stessa concentrazione di macro nutrienti e la stesso apporto calorico.

Quindi se ho parlato con 49 dietologi e non sono riuscito a dimagrire, forse non è a causa della loro incapacità, e non sarà certo andando dal 50esimo professionista della nutrizione che risolverò il mio problema di peso. Evidentemente c’è qualcosa che non va nel mio approccio alla nutrizione, all’attività fisica, e solo modificando lo stile di vita avrò i risultati sperati.

“Non mangio più!”

Questo, purtroppo, è il luogo comune più drammatico di tutti. Si può verificare dopo uno “sgarro” alla dieta, o magari dopo un periodo in cui ci siamo proposti di mangiare ben,e ma non l’abbiamo fatto. Inevitabilmente cerchiamo di riparare allo sbaglio che abbiamo fatto attuando delle condotte di compensazione, come mangiare poco o nulla.

Ne è un classico esempio l’abbuffata della domenica, che andiamo a compensare lunedì saltando il pranzo, affrontando tutto il giorno solo con uno yogurt, per poi arrivare a cena con una fame stratosferica. Inevitabilmente la sera mangeremo non solo tutto quello che, come atteggiamento di recupero, avevamo cercato di evitare durante il giorno, ma anche tutto quanto ci sarebbe spettato a cena.

In questo modo andiamo a causare un’oscillazione calorica e soprattutto glicemica che rende il nostro meccanismo della fame completamente inefficiente ed errato. Portiamo l’organismo a scatenare la fame non perché ne ha bisogno, ma perché vuole quei picchi di glicemia che al cervello piacciono. Purtroppo in questo modo non facciamo altro che aumentare la nostra assunzione calorica.

Evitiamo i luoghi comuni

Nei prossimi articoli ci concentreremo su come evitare al meglio questi luoghi comuni. Per fortuna le soluzioni sono semplicissime e vanno bene per tutti: con un po’ di impegno potremo godere in breve tempo dei frutti di un regime alimentare sano ed equilibrato.

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Dr. Donato Zizi

Medico Chirurgo con oltre 25 anni di esperienza in Medicina e Chirurgia Estetica. Specialista nel Trapianto Capelli con tecnica FUE. Appassionato di sport, salute e benessere. Musicista. Imprenditore.

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